ESPLORA BUTI - PIANO 2

Il secondo piano di Castel Tonini è dedicato alle tradizioni che hanno resto Buti famosa ovunque: l’Olio, il Palio e il Maggio.

In questa ala del castello si trovano tre allestimenti che, grazie all’utilizzo combinato di arredi, oggetti e video vi racconteranno l’anima più vera di Buti.

Buti: un borgo tra cultura, tradizione e identità

Buti è un piccolo paese toscano che custodisce un patrimonio culturale e storico straordinario, espresso in tre simboli profondi: il Maggio Butese, l’olio e il Palio delle Contrade.

Il Maggio Butese

Forma di teatro popolare cantato, il Maggio Butese nasce nei poderi attorno al borgo e si lega ad antichi riti agrari. A partire dal XVIII secolo, Pietro Frediani lo trasforma in un dramma moderno, eliminando elementi folkloristici e concentrandosi sulla narrazione umana. Nell’Ottocento, grazie anche ad Angiòlo Bernardini, il Maggio si evolve in forma scenica teatrale. Con la nascita della Compagnia del Maggio a fine secolo, inizia una nuova fase di vitalità. Dopo il declino del secondo dopoguerra, il regista Paolo Benvenuti lo rilancia negli anni ’70, con un documentario e nuove messe in scena. Negli anni ’80, registi come Dario Marconcini e Paolo Billi rinnovano il genere fondendo tradizione e sperimentazione. Figura chiave di questa tradizione è Nello Landi, maestro dell’Ottava rima e autore di 14 Maggi, erede della poesia orale toscana.

L’Olio di Buti

Le colline di Buti, scolpite da terrazzamenti e muri a secco, sono da secoli modellate dagli ulivi. L’olio è una risorsa centrale sin dal Medioevo: già nel 796 viene citato in documenti ufficiali. Nel tempo, l’olio di Buti conquista fama internazionale, ricevendo premi in tutto il mondo. Simbolo di economia circolare già nel 1901, nulla della produzione andava sprecato. Il suo gusto delicato e soave è apprezzato anche da nomi illustri come Rossini e D’Annunzio. Singolare è il profilo delle colline: la vegetazione disegna la forma di un’aquila, simbolo araldico di Buti, in un progetto paesaggistico antico quanto suggestivo.

Il Palio delle Contrade

Il Palio nasce ufficialmente nel 1961, ma affonda le radici nelle “corse dei cavallai” della festa di Sant’Antonio Abate, già praticate nell’Ottocento. Ogni gennaio, il paese si anima per settimane: cene, benedizioni dei cavalli, celebrazioni religiose e la sfilata storica culminano nella gara tra sette contrade su un tracciato di 750 metri. L’evento, che unisce competizione e identità, è oggi una delle manifestazioni folkloriche più sentite della Toscana.

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